L’imperativo è tornare sui Monti Sibillini

Fatti i conti con l’emergenza iniziale e purtroppo un inverno che non è tardato ad arrivare, con temperature in picchiata e neve fino a bassa quota, bisogna fare il bilancio dei danni che questo Demone ha portato nella mente e nel corpo nei paesi colpiti dal sisma.

Non bisogna assolutamente e categoricamente fare l’errore, che i media nazionali vogliono, di dimenticare e far calare l’attenzione nei confronti di questa tragedia che ha colpito le zone che fin da piccolo prima con mio padre, poi grazie alla passione per la fotografia e la bellezza incontaminata dei Monti Sibillini, ero solito visitare durante questi 28 anni.

Si deve assolutamente tornare nei luoghi e nei borghi anche se naturalmente saranno trasformati e sfigurati, assaporarne i profumi delle stagioni e riconoscere i profumi della nostra Terra, conoscere le persone, avere un contatto diretto con i produttori locali e infine imporsi di compare prodotti a km 0, poiché sono gli unici genuini che da secoli mantengono inalterata la filiera di produzione senza il ricorso ad agenti contaminanti esterni. La nostra Regione Marche è piana di eccellenze enogastronomiche, riconosciute a livello nazionale e internazionale. Non a caso la galleria che ho proposto, riguarda una passeggiata fatta questa estate partendo dal Rifugio Sibilla fino ad arrivare al Monte Sibilla. Al ritorno a casa, mi sono fermato a compare all’Albero della Cuccagna a Montemonaco (AP), formaggi e salumi rigorosamente della zona. Questo fa si che vi sia un legame indissolubile con il Popolo dei Sibillini, che ho avuto il piacere di conoscere in questi anni, gente dedita al lavoro, silenziosa, disponibile ed estremamente gentile.

Una Terra quella dei Sibillini ricca di miti e leggende, mulini a pietra, saperi e tradizioni antiche che si tramando da generazioni e generazioni, borghi medievali, monasteri, biblioteche e chiese stupende a livello architettonico e artistico (la chiesa Pieve di Santa Maria Assunta nella frazione di Fematre di Visso, ne è un esempio, ma ve ne sono altre innumerevoli) e dove trasuda la Storia, dove ne facevano da padrone fino a poco tempo fa le antiche “Comunanze Agrarie”. Una regola fondamentale era: “Il godimento della comune proprietà è subordinato al lavoro proprio ed è in proporzione ai bisogni della famiglia”, in cui vi era una sostanziale proprietà collettiva dei beni. Difficile determinarne l’origine storica, che per molti secoli ha resistito al variare di domini ecclesiastici, ordinamenti politici e sociali, di costumi e dottrine diverse. Questo significa che queste popolazioni fin dalle epoche più antiche fino alla fine al tardo ‘800, sono vissute amministrandosi senza un padrone, perché tutti erano proprietari , senza che né i romani prima, né lo Stato Pontificio poi avessero potuto modificare la situazione. il che significa che il popolo dei Sibillini è stato per secoli un popolo libero, che aveva fatto una scelta a misura d’uomo, in una armoniosa convivenza sociale e civile, in cui nessuno diventava ricco e allo stesso tempo non vi erano situazioni di povertà, perchè c’era la prerogativa di aiutarsi l’uno con l’altro, senza che vi fosse il pericolo che qualcuno ne rimanesse escluso.

Il professore e storico Sergio Anselmi nel volume “La Storia d’Italia. Le Regioni. Le Marche”, spiega attraverso la sua ricerca, spaziando dal medioevo sino ai nostri giorni, la situazione mezzadrile della Marchia sotto lo Stato Pontificio. Egli riprende le parole dell’allora cardinale Egidio Albornoz che da un quadro ben definito di queste zone:

“La Marchia risulta pacifica e soggetta al papa, la realtà è tale che città, feudi, repubbliche, comuni, signori, stati, mediate e subenti a Roma, non riconoscono che il proprio diritto e la propria forza (o quella del sistema di alleanze di appartenenza) salvo contingenti sottomissioni e atti di fedeltà che nelle Marche, come altrove, valgono ben poco…”

Voglio tornare al più presto nei luoghi che mi hanno aiutato a superare numerose difficoltà in questi anni, da solo, con la mia ragazza o con gli amici, che mi hanno regalato momenti stupendi impressi nella mia memoria. Passeggiate in Montagna tra boschi, paesaggi incontaminati, laghi alpini e rifugi. Voglio tornare a vedere la transumanza dei greggi al Fargno e a Castelluccio di Norcia, insieme ai tramonti e i colori stupendi che soltanto la dolcezza e la bellezza i Monti Sibillini, possono offrire.